(English text not avaible)
INCONTRI CON GIUGI E LELE
Incontro alla Galleria Martano
La casa editrice Einaudi, quando abbiamo cominciato a lavorarci come illustratori e autori di libri per bambini nei primi anni settanta, era molto di più che una fabbrica di libri. Era anche un centro vivo di cultura e una scuola per chi, come noi, iniziava la sua carriera. Daniele Ponchiroli, il capo redattore, che è stato in quegli anni nostro maestro ed amico, un giorno ci ha consigliato di visitare l'esposizione di Emanuele Luzzati che, già famoso, stava illustrando per l'Einaudi i libri di Italo Calvino. Era una mostra bellissima e piena di invenzioni. Anche lui era straordinario perché, a cominciare dai vestiti e dall'immagine, era tutto il contrario di chi si atteggia ad artista. Lui badava poco alle apparenze.
In seguito abbiamo saputo che era stato bloccato da una maschera quando stava per entrare nella sala dove, a conclusione di un festival, doveva ritirare un premio. Non aveva cravatta. Luzzati non si è scomposto, non si è rivolto alla direzione, non ha protestato. Ha preso uno dei manifesti del suo film, ne ha strappato una striscia inventando sul momento un pezzo di vestito da scena ed è entrato con al collo quella cravatta insolita per ritirare un premio, riconoscimento della sua fantasia creativa. Quell' incontro alla sua mostra è stato uno di quelli che hanno segnato di più la nostra vita.
La prima di Pulcinella ad Annecy
Ad Annecy, ogni anno, si riuniscono migliaia di animatori in una atmosfera di festa e di apertura alla comunicazione reciproca davvero unica. Quelli che accorrono da tutto il mondo si ritrovano in un villaggio in cui, per una settimana il loro lavoro di animatori è al centro dell'attenzione e del discorso. La sala delle proiezioni, dove tradizionalmente volano aeroplani di carta in attesa dell'inizio dei programmi, è il centro magico dove tutti si riuniscono per assistere al rito della proiezione. Ricordiamo ancora la risposta di quel pubblico straordinario dopo la proiezione nel 1973 del Pulcinella di Gianini e Luzzati: è stato un applauso entusiasta, che non finiva più! Una ovazione sincera diversa da quella che avevano ricevuto gli altri film. Quella platea di professionisti riconosceva in quel modo dei colleghi che avevano mostrato un capolavoro di arte e abilità, destinato a rimanere un punto di riferimento nella storia dell'animazione.
Lo studio di Roma
Gli autori di animazione che ammiravamo di più, non solo in Italia, ma nel mondo erano di sicuro Gianini e Luzzati. Perciò, quando, era forse il 1978, siamo andati a visitarli nel loro studio a Roma, eravamo emozionati per l'opportunità che avevamo. Lo studio era effettivamente affascinante, ma più per la loro presenza e per i disegni appesi dappertutto che per le attrezzature.
C'era effettivamente una macchina da presa di qualità, montata in verticale per poter filmare quello che veniva posto e mosso sul tavolo da ripresa. Ma la cosa straordinaria erano loro e la loro capacità creativa accompagnata da una modestia insolita e da una grande simpatia umana. Ci hanno mostrato disegni e parti filmate del Flauto magico al quale stavano lavorando in quel momento e che rappresentava un grande impegno produttivo oltre che artistico. Così abbiamo potuto assistere direttamente al prodigio dei disegni che, animandosi, prendevano vita. Quella visita ci ha confermato nel desiderio di diventare animatori anche noi, come è effettivamente capitato molti anni dopo.
Gli Stage a Torino
Per lungo tempo Gianini e Luzzati hanno collaborato con il comune di Torino in vari modi fra i quali l'organizzazione di seminari aperti agli insegnanti (ed erano particolarmente assidui quelli che si identificavano nel Movimento di Cooperazione Educativa). Nel corso di essi mostravano dal vivo l'affascinante tecnica dell'animazione con la carta ritagliata.
Erano tempi di grande entusiasmo e gli insegnanti lavoravano con impegno per trasportare quello che imparavano nella attività che svolgevano nelle loro classi.
Ogni volta andavamo a seguire quei seminari col desiderio di imparare direttamente da loro, ma in realtà non ci lasciavano seguire quello che insegnavano come allievi, ma ci assegnavano il ruolo di assistenti.
Di quei seminari ricordiamo l'intensità con la quale Giulio Gianini osservava il pezzo di carta che stava per animare, immaginando gli spostamenti e i tempi giusti per trasformarlo in qualcosa vivo; e poi la cura certosina con cui metteva in opera quello che aveva immaginato: spostamento del pezzo di carta ritagliata, chiusura de vetro per spianarlo sullo sfondo, scatto del fotogramma, alzare con dolcezza il vetro, spostare di nuovo un poco il pezzo di carta e così via,seguendo la linea della sua invenzione.
La collaborazione con loro
Nel 2003 la RAI ci ha chiesto di animare il Presepe che Luzzati aveva disegnato per la prima edizione torinese di Luci d'Artista. Naturalmente avremmo voluto sviluppare il progetto con Luzzati e Gianini, che nel frattempo avevano interrotto la loro attività nel campo dell'animazione, e ne abbiamo aprlato con loro. Ma, malgrado le nostre (estreme) insistenze, né l'uno né l'altro ha voluto entrare direttamente nel progetto, che si sarebbe certo giovato molto della loro collaborazione. Lo stesso è capitato quando abbiamo sviluppato una serie televisiva sulle Avventure di Aladino. Gianini ci ha dato dei consigli, ma, forse per eccessiva delicatezza, non ha voluto fare di più. Luzzati, con grande generosità, ci ha concesso l'uso della sua grafica e ci ha spesso ricevuto nel suo studio per seguire lo sviluppo del lavoro. Da un lato consideriamo I giorni dell'Avvento e le puntate della serie Le avventure di Aladino, coprodotte con RAI Fiction, come un omaggio ai nostri maestri nel campo dell'animazione, dall'altro ci resta il rimpianto di non essere riusciti a convincerli e di non aver potuto sviluppare questi progetti insieme a loro.